Il ritorno alla “Festa”?

Il ritorno alla “Festa”?

È passato quasi un anno dall’incombere della pandemia che ha tenuto quasi tutto il Mondo in scacco; diciamo quasi perché, come ben sapete, non tutti i paesi hanno reagito allo stesso modo, né tanto meno con la stessa reattività. Tutti i settori produttivi hanno subito una brusca frenata fermandosi più o meno totalmente.

Entrando nello specifico settore di nostro interesse, ovvero quello dell’entertainment, possiamo affermare che sia stato uno dei più colpiti: festival, concerti e quant’altro. Tutto rinviato all’anno venturo. Entro quest’ottica c’è da rendersi conto di alcuni cambiamenti che potrebbero affliggere il settore poc’anzi nominato.

Gli artisti, dal canto loro, hanno reagito con una certa coesione lanciando iniziative come i live streaming, i quali provavano a ridurre quel senso di insoddisfazione e frustrazione del pubblico della nightlife. Ora, sappiamo tutti che mimare movimenti da dancefloor seduti dinanzi la sedia di casa, di fronte ad uno schermo, non è proprio la stessa cosa che condividere l’emozione di sentire una traccia spacca-pista assieme ad altre 1000 persone; per cui, il senso di insoddisfazione rimane lì, come un masso inamovibile.

In questo scenario, per far girare di nuovo la ruota a velocità normale ci vorrà molto tempo, ed è difficile immaginarsi che, poi, tutto tornerà come prima. Gli interrogativi e i problemi irrisolti di un sistema allo sbando pre-lockdown si ripresenteranno puntuali al varco, e bisognerà prendere delle decisioni per tentare di riportarlo sui binari giusti.

Il Full Moon Med Fest si orienta verso un’ecologia del sistema, che ormai è diventato monotono e per certi versi tossico. Basti dare uno sguardo alle lineup dei principali festival “macina-soldi”: nomi che si ripetono senza originalità più volte, offerta musicale poco varia e così via…Certo ci sono alcune piccole-medie realtà che tentano di risollevare a fatica il livello, ma, appunto, sono lande isolate in mezzo al deserto.

Dopo due edizioni archiviate e un tour che avrebbe dovuto vedere i natali quest’estate, abbiamo iniziato ad orientare la scelta degli artisti in maniera differente prediligendo nomi meno blasonati in grado di offrire un mix di influenze musicali più vario e certamente meno battuto. Potremmo discutere ore su quanto questa possa essere vista come un scelta  giusta o sbagliata, ma non abbiamo la presunzione di avere la risposta assoluta, certamente e’ una scelta, e sicuramente è un’alternativa atta a non continuare a far girare questa ruota in fallo.

In ogni caso c’è bisogno di una rieducazione del pubblico che può e deve giocare un ruolo attivo in questo processo di cambiamento.

In che modo? 

Beh, prediligendo appunto artisti emergenti legati maggiormente al territorio, i quali, in fin dei conti, sono quelli che più svariano con le lineup e quindi con l’offerta musicale e ancor di piu’ con il ritorno al primitivo concetto di “Festa”, quella nel quale il pubblico oltre a ballare si diverte, quelle nella quale ognuno, nel proprio piccolo e’ un po’ protagonista.

L’intenzione del Full Moon Med Fest è proprio questa: artisti meno rinomati e costi più bilanciati cercando di offrire divertimento in maniera originale soddisfacente allo stesso tempo. Il punto è che spesso e volentieri la scena della notte ha peccano in tal senso, investimenti per pagare cache faraonici non sempre equivalgono a divertimento assicurato del pubblico, quel divertimento vero, quello essenziale. Ad essere onesti a noi sembra una costante, questa, che lascia spesso i fan e, in maniera più generica, i clubbers insoddisfatti.

Il ritorno all’idea essenziale di “Festa” che perseguiamo tiene conto anche di quest’aspetto, cercando di ottenere il giusto mix a tutto tondo che crei l’effetto” esperienza” per il pubblico, e ristabilendo quella normalità che c’è nel contatto tra dj, clubbers e mondo della notte. In una frase: meno venerazione del dj Dio del momento a favore di un concetto piu’ primordiale di “Festa” vissuta come un alchimia tra Dj, pubblico e intrattenimento, che funga da  catalizzatore del divertimento.

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